lunedì 20 luglio 2009

L'Inno

"L'inno di Mameli" o "Fratelli d'Italia", anche conosciuto come "Il Canto degli italiani" fu scritto da Godoffredo Mameli nel 1847 e la musica composta da Michele Novaro poco dopo, dal 12 ottobre 1946 è l'inno nazionale italiano, provvisorio.

Fratelli d'Italia
L'Italia si è desta,
Dell'elmo di Scipio 1
S'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria? 2
Le porga la chioma
Che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte! 3
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo 4
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme 5
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci
L'unione è l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti per Dio,
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Dall'Alpe a Sicilia
Ovunque è Legnano 6
Ogn'uom di Ferruccio 7
Ha il core, ha la mano
I bimbi d'Italia
si chiaman Balilla 8
Il suon di ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute,
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
Il sangue polacco,
Bevé col cosacco,
Ma il cuor le brucciò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
1 Dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa
Fa riferimento a Scipione l'Africano, generale e politico romano che sconfisse Anibale nella battaglia di Zama. Publio Cornelio Scipione detto L'Africano, nacque a Roma nel 235 a.C. e morì a Literno nel 183 a.C. Apparteneva a una delle famiglie patrizie romane, partecipò nella battaglia di Canne come tribuno militare, dove riuscì a frenare la sbandata militare delle legioni romane. A soli 24 anni fu inviato in Spagna al comando di una flotta con 11.000 uomini. Nominato proconsole stabilì nuovi metodi di combattere e utilizzò la psicologia nelle battaglie contro i cartaginesi, facendo credere ai legionari di essere figlio degli déi. Concluse la sua campagna con l'espulsione dei cartaginesi dalla penisola iberica.
Nel 204 a.C. parte per l'Africa e dopo una vittoriosa battaglia contro i cartaginesi, si dedica al sacheggio del territorio per inviare a Roma ricchezze e schiavi che hanno rafforzato la sua posizione politica. Scipione deve affrontare le forze cartaginesi (circa 100.000 uomini) e dopo aver studiato le abitudini nel campo dell'avversario, organizza un atacco notturno che gli sorprende, il generale cartaginese Asdrubale si ritira nella sua città e poi muore nella battaglia di Metauro. Scipione è riuscito a liberare Italia dai cartaginesi. Anibale, figlio di Asdrubale, riorganizza le forze cartaginesi, Scipione gli va incontro nella battaglia di Zama dalla quale esce vincittore.
Nel 202 a.C. Scipione pone fine alla Seconda guerra punica, Roma controlla tutto il Mediterraneo e incomincia la costruzione dell'Impero. Nel 201 a.C. Scipione rientra a Roma, il Senato gli decreta uno splendido trionfo e gli danno l'appellativo di "L'Africano".
2 Dov'è la vittoria
le porga la chioma
Che schiava di Roma
Iddio la creò.
A Roma si usava tagliare i capelli (chioma) alle schiave per differenziarle dalle donne libere che portavano i capelli lunghi.
http://www.museiarte.brescia.it/html/Vittoria3dOpera_f.htm
http://www.museiarte.brescia.it/html/brixia3d_f.htm
3 Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
La coorte era la decima parte di una Legione che funzionava come unità di combattimento. Unità tattica di fanteria formata da 600 legionari. La Legione era suddivisa in dieci coorti (circa 6000 legionari coartali).
4 Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi
Perché non siam popolo
Perché siam divisi
In quest'epoca (1848) Italia era divisa in sette Stati.
5 Speme
Speranza
6 Ovunque è Legnano
Il 29 maggio 1176 vicino alla città di Legnano, in Provincia di Milano, ebbe luogo una battaglia tra l'Imperatore Federico Barbarossa del Sacro Impero Romano, che tentava di affermare il suo potere, e i Comuni italiani del Nord, i quali si erano uniti per formare la Lega Lombarda, presieduta dal Papa Alessandro III, in questa battaglia il Barbarossa fu sconfito. Questa vittoria divenne in una specie di simbolo contro l'oppressione straniera.
7 Francesco Ferruccio
(Firenze 1489- Gavinana 1530) fu un condottiero (capitano di ventura) italiano, al servizio della Repubblica di Firenze il 12 ottobre 1529 le truppe di Carlo V missero in assedio la città di Firenze, Ferrucci guidò la difesa della città contro le forze imperiali francesi. Sconfitto a Gavinana, ferito e catturato fu portato davanti un militare di fortuna chiamato Fabrizio Maramaldo, chi per vindicarsi dalle tante sconffite che Ferrucci l'aveva imposto, lo ucisse. Si dice che prima di morire gli abbia detto con disprezzo: "Vile, tu uccidi a un uomo morto".
Il nome di Ferrucci diventò emblema del sentimento d'orgoglio nazionale e quello di Maramaldo in sinonimo di traditore, fellone.
8 I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla
Sopranome di Giovan Battista Perasso, ragazzo che con il lancio di un sasso contro un ufficiale delle forze austriache che occupavano la città di Genova, iniziò la rivolta del 5 dicembre 1746, contro le forze austriaco-piemontese, la poplazione lo appoggiò e il 10 dicembre 1746 la città fu liberata dall'oppressore.
La leggenda del Balilla fu ingrandita cent'anni dopo, nel Risorgimento, periodo durante il quale la penisola italiana fu unificata politicamente.
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/inno/inno.htm